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Le Schiene Di Schiele - Danze della sfiga (2025)

Le Schiene Di Schiele - Danze della sfiga (2025)
  • Title: Danze della sfiga
  • Year Of Release: 2025
  • Label: Edac Music Group
  • Genre: Rock
  • Quality: Mp3 320 kbps / FLAC (tracks)
  • Total Time: 31:32
  • Total Size: 72 / 204 MB
  • WebSite:
Tracklist:

1. Le Schiene Di Schiele - Martini Dry
2. Le Schiene Di Schiele - Romanzo russo
3. Le Schiene Di Schiele - La danza della sfiga
4. Le Schiene Di Schiele - 10 giugno
5. Le Schiene Di Schiele - Il ricevimento
6. Le Schiene Di Schiele - Caino
7. Le Schiene Di Schiele;Fitza - Ti voglio bene
8. Le Schiene Di Schiele - Valore aggiunto

Prendete con le pinze quanto sto per dire. C'è stato un momento, a metà scaletta di questo album d'esordio, in cui ho iniziato a pensare che il concept di questa formazione torinese potesse rifarsi in qualche modo ai Marlene Kuntz e al binomio Godano-Tesio, per quel peculiare distillato di sferaggliate chitarristiche da scantinato e sofisticatezza quasi letteraria delle parole. Poi, beninteso, la chitarra di Scarcella non insegue i feedback alla Thurston Moore e i riferimenti di La Greca vanno probabilmente in altre direzioni. In questo senso Le Schiene di Schiele si auto-definiscono, non del tutto a torto, "post-alternative", ma se proprio volessimo continuare a cercare un riferimento a questo sound si potrebbe deviare lo sguardo di appena qualche centimetro dalla loro stessa Torino, verso quella tradizione a base di rumore e danzereccio che rimonta ai primi anni '2000 dei Subsonica (soprattutto ascoltando pezzi come Martini Dry o Caino).
Le Schiene Di Schiele - Danze della sfiga (2025)

Aldilà di qualsiasi elucubrazione etichettologica, quel che è certo è che il primo disco del quartetto si distingue per una, oggi rara, tenuta salda e visione chiara di intenti. Colpisce soprattutto la scrittura: Danze della Sfiga è una raccolta di affreschi con scene di vita ai margini. Tra chi chiude cinicamente gli occhi davanti al dolore altrui per conservare il proprio tenore di vita (Martini Dry), chi reclama attenzione, fosse anche solo come mostro (Caino), chi ha vissuto per lavorare e si ritrova a contare le briciole della propria vita (Valore Aggiunto?) o chi si sacrifica in nome dell'accettazione sociale (il Ricevimento, il puntualmente immancabile singolo di contestazione patriarcale che però, almeno in questo caso, suona sinceramente credibile). Su tutta la setlist, l'ombra lunga di letture dostoevskijane ("forse mi piace la gogna, il sottosuolo"; "Non preoccuparti è solamente un po’ di ansia, non siamo mica in un romanzo russo"), del resto già presente in singoli precedenti come Schadenfreude. Forse non stupisce a livello prettamente sonoro, ripercorrendo senza troppe deviazioni le orme dissolventi di tanto underground italiano ormai con status d'accademia. Dove funziona il lavoro è, invece, nel tono che rifugge lo scontato didascalismo politico-sociale e che predilige di contraltare una scrittura simil-stream of consciousness da lettino dell'analista.

Del duetto a base di riff-o-rama con Fitza ne avevamo già parlato nella classifica dei singoli di maggio, ma cosa possiamo dire in estrema sintesi di questo Danze della Sfiga? La vena cantautoriale, a tinte beffarde e pessimistiche, si mantiene bene in equilibrio su quel filo da cui si rischia talvolta di cadere nell'intellettualismo; i ritmi urticanti si preservano stabili e coerenti senza tuttavia una decisa sterzata che possa inneggiare realmente al pogo o proporre una dilatazione dei tempi. Così, se da un lato si resta sinceramente ammirati davanti a citazioni brechtiane in musica come "prima viene la fame, solo molto dopo la morale", dall'altro si rischia di finire come i personaggi della title track: danzatori abulici e solitari in una società priva di Hemingway suicidi, individui che accettano la propria torpidezza senza scossoni, senza il coraggio di andarsene (per dirla alla Sorrentino) "in modo rocambolesco".



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