Gábor Gadó Quartet - Ungrund (2013)
BAND/ARTIST: Gábor Gadó Quartet, Dave Liebman
- Title: Ungrund
- Year Of Release: 2013
- Label: BMC Records
- Genre: Jazz
- Quality: flac lossless (tracks)
- Total Time: 01:09:13
- Total Size: 339 mb
- WebSite: Album Preview
Tracklist
01. Friends Play
02. Pavane Pour Une Infante Défunte
03. Spirale
04. Sanctus
05. Weltraum
06. Eternal Recurrence
07. D. P.
Il quartetto del chitarrista e compositore ungherese Gábor Gadó ha ormai lunga vita (è stato fondato nel 1995) cosicché, pur suonando musica originale e complessa, i suoi componenti hanno maturato una tale intesa che non è difficile per loro accogliere un ospite occasionale e farlo apparire come un membro stabile, a maggior ragione se quest'ospite ha la classe, l'esperienza e la caratura di Dave Liebman. Ed è infatti quanto accade in questo eccellente CD registrato dal vivo a Budapest il 14 gennaio del 2011 nell'unica occasione in cui il sassofonista statunitense ha suonato con il gruppo e pubblicato due anni dopo dall'ungherese BMC.
L'inizio è semplice e "in discesa": un brano dal titolo emblematico, "Friends Play," appositamente pensato per l'incontro e basato su una interazione libera e fortemente dinamica tra le ance, sostenuta da batteria e contrabbasso e cesellata dagli interventi della chitarra. Ma il seguito è subito più intrigante: un arrangiamento della nota composizione di Ravel "Pavane pour une enfante defunte," che assume ovviamente colori e atmosfere assai diversi dalla classica versione orchestrale: Liebman, che molte volte si è cimentato in non banali riletture della classica, è perfettamente a suo agio e arricchisce l'espressività del quartetto, che vede qui nelle sonorità della chitarra del leader un elemento chiave.
Ma è forse in "Spirale" ed "Eternal Recurrence" che l'incontro offre i suoi frutti più maturi. Non a caso, perché qui la musica assume forme che si confanno pienamente allo spirito di un inquieto esploratore qual è Liebman: nella prima, la struttura sinuosa esalta le sue doti espressive, così che il sassofonista, con la compartecipazione di Donarier e Gadó, crea un avviluppante incedere sonoro; nella seconda—introdotta da un lungo solo del contrabbasso di Boisseau—le parti dei quattro si scambiano e intrecciano continuamente in una ricerca prima lenta e intimistica, poi improvvisamente impetuosa, poi ancora su toni più riflessivi ma sempre altamente espressivi che offrono la scena in particolare all'inconfondibile soprano di Liebman e alla chitarra di Gadó.
In mezzo, l'unica traccia senza il sassofonista americano, "Sanctus," rarefatto e meditativo, che richiama la lenta, quasi malinconica conclusione di D.P., e "Weltraum," nella quale più che altrove si sente la eco degli studi bachiani di Gadó.
Gadó Gábor - gitár
Dave Liebman - tenor- és szopránszaxofon
Matthieu Donarier - tenorszaxofon
Sébastien Boisseau - nagybőgő
Joe Quitzke - dob
01. Friends Play
02. Pavane Pour Une Infante Défunte
03. Spirale
04. Sanctus
05. Weltraum
06. Eternal Recurrence
07. D. P.
Il quartetto del chitarrista e compositore ungherese Gábor Gadó ha ormai lunga vita (è stato fondato nel 1995) cosicché, pur suonando musica originale e complessa, i suoi componenti hanno maturato una tale intesa che non è difficile per loro accogliere un ospite occasionale e farlo apparire come un membro stabile, a maggior ragione se quest'ospite ha la classe, l'esperienza e la caratura di Dave Liebman. Ed è infatti quanto accade in questo eccellente CD registrato dal vivo a Budapest il 14 gennaio del 2011 nell'unica occasione in cui il sassofonista statunitense ha suonato con il gruppo e pubblicato due anni dopo dall'ungherese BMC.
L'inizio è semplice e "in discesa": un brano dal titolo emblematico, "Friends Play," appositamente pensato per l'incontro e basato su una interazione libera e fortemente dinamica tra le ance, sostenuta da batteria e contrabbasso e cesellata dagli interventi della chitarra. Ma il seguito è subito più intrigante: un arrangiamento della nota composizione di Ravel "Pavane pour une enfante defunte," che assume ovviamente colori e atmosfere assai diversi dalla classica versione orchestrale: Liebman, che molte volte si è cimentato in non banali riletture della classica, è perfettamente a suo agio e arricchisce l'espressività del quartetto, che vede qui nelle sonorità della chitarra del leader un elemento chiave.
Ma è forse in "Spirale" ed "Eternal Recurrence" che l'incontro offre i suoi frutti più maturi. Non a caso, perché qui la musica assume forme che si confanno pienamente allo spirito di un inquieto esploratore qual è Liebman: nella prima, la struttura sinuosa esalta le sue doti espressive, così che il sassofonista, con la compartecipazione di Donarier e Gadó, crea un avviluppante incedere sonoro; nella seconda—introdotta da un lungo solo del contrabbasso di Boisseau—le parti dei quattro si scambiano e intrecciano continuamente in una ricerca prima lenta e intimistica, poi improvvisamente impetuosa, poi ancora su toni più riflessivi ma sempre altamente espressivi che offrono la scena in particolare all'inconfondibile soprano di Liebman e alla chitarra di Gadó.
In mezzo, l'unica traccia senza il sassofonista americano, "Sanctus," rarefatto e meditativo, che richiama la lenta, quasi malinconica conclusione di D.P., e "Weltraum," nella quale più che altrove si sente la eco degli studi bachiani di Gadó.
Gadó Gábor - gitár
Dave Liebman - tenor- és szopránszaxofon
Matthieu Donarier - tenorszaxofon
Sébastien Boisseau - nagybőgő
Joe Quitzke - dob
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