Rossana Casale - Incoerente Jazz (1989)
BAND/ARTIST: Rossana Casale
- Title: Incoerente Jazz
- Year Of Release: 1989
- Label: Mercury
- Genre: Jazz / Pop / Vocal Jazz
- Quality: FLAC (tracks) | Mp3 / 320kbps
- Total Time: 43:53
- Total Size: 212 MB | 99,5 MB
- WebSite: Album Preview
Tracklist
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01.Racconto Della Fine Del Giorno
02.Un Cuore Semplice
03.A Che Servono Gli Dei
04.Salgari
05.Peace
06.L'Infinito Del Cielo
07.Magritte
08.Incoerente Jazz
09.Inversione Rapida
10.L'Altra Parte Del Fiume
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01.Racconto Della Fine Del Giorno
02.Un Cuore Semplice
03.A Che Servono Gli Dei
04.Salgari
05.Peace
06.L'Infinito Del Cielo
07.Magritte
08.Incoerente Jazz
09.Inversione Rapida
10.L'Altra Parte Del Fiume
Una buona quindicina di anni prima di Norah Jones l'accoppiata jazz/pop era già stata tentata, ma senza arrivare alle zone alte della classifica. Autrice dell'impresa non fu la solita ragazzona di sapore etnico bensì una cantante italiana, bionda e minuta, dalla voce tanto sottile quanto incantevole. Rossana Casale pubblicò questo disco nell'inverno del 1989, partecipando al festival di Sanremo con "A che servono gli dei", un brano dall'arrangiamento fortemente jazz. Un paio di singoli fecero di "Incoerente Jazz" un risultato discograficamente accettabile a cui seguì una parentesi ispirata alla world music ("Lo Stato Naturale", 1991, e "Alba Argentina", 1993).
"Incoerente Jazz" è un album molto particolare; l'introspezione che caratterizza i testi risulta davvero insolita per la musica italiana e in generale difficilmente rintracciabile nel panorama pop. Tematiche esistenziali e richiami metafisici si uniscono a profonde riflessioni sulla natura umana e sui sentimenti raggiungendo inusitati livelli poetici. Le canzoni sono pervase da quell'intensità malinconica che è marchio di fabbrica del jazz, anche se non sono assenti momenti pop-folk come "Racconto della Fine del Giorno" (il brano meno jazz dell'insieme e il più movimentato grazie alla presenza particolare del contrabbasso) e l'andamento allegro della metafisica "L'Infinito del Cielo", che ci conduce in territori pop (fu il secondo singolo estratto dal disco).
Splendida la ballata per archi e pianoforte "Un Cuore Semplice", il cui finale volutamente fuori tono sembra annunciare che il bello deve comunque venire. Eccolo infatti cominciare col puro trittico jazz di "A che servono gli Dei", "Salgari" e "Peace", unico brano in inglese del disco. La voce della Casale si libra su melodie raffinate e ricercate creando nell'ascoltatore effetti presenza dentro paesaggi misteriosi quanto suggestivi. Tutto ciò senza soverchiare l'accompagnamento con virtuosismi eccessivi che mai come in questo caso sarebbero inutili (e che mai come oggi sono invece tanto di moda). Da segnalare anche il brano che dà il titolo al disco, un latin jazz per pianoforte, contrabbasso e clarinetto, e la perla "Dall'Altra Parte del Fiume", altra ballata suggestiva che segna con un brivido lungo la schiena il punto più alto di questo percorso emotivo.
Un disco da (ri)scoprire, la prima vera incursione nel jazz di una vocalist talentuosa e purtroppo ultimamente conosciuta più che altro per aver reinterpretato brani di autori del passato. Da avere se vi piacciono le sonorità jazz nella musica leggera.
"Incoerente Jazz" è un album molto particolare; l'introspezione che caratterizza i testi risulta davvero insolita per la musica italiana e in generale difficilmente rintracciabile nel panorama pop. Tematiche esistenziali e richiami metafisici si uniscono a profonde riflessioni sulla natura umana e sui sentimenti raggiungendo inusitati livelli poetici. Le canzoni sono pervase da quell'intensità malinconica che è marchio di fabbrica del jazz, anche se non sono assenti momenti pop-folk come "Racconto della Fine del Giorno" (il brano meno jazz dell'insieme e il più movimentato grazie alla presenza particolare del contrabbasso) e l'andamento allegro della metafisica "L'Infinito del Cielo", che ci conduce in territori pop (fu il secondo singolo estratto dal disco).
Splendida la ballata per archi e pianoforte "Un Cuore Semplice", il cui finale volutamente fuori tono sembra annunciare che il bello deve comunque venire. Eccolo infatti cominciare col puro trittico jazz di "A che servono gli Dei", "Salgari" e "Peace", unico brano in inglese del disco. La voce della Casale si libra su melodie raffinate e ricercate creando nell'ascoltatore effetti presenza dentro paesaggi misteriosi quanto suggestivi. Tutto ciò senza soverchiare l'accompagnamento con virtuosismi eccessivi che mai come in questo caso sarebbero inutili (e che mai come oggi sono invece tanto di moda). Da segnalare anche il brano che dà il titolo al disco, un latin jazz per pianoforte, contrabbasso e clarinetto, e la perla "Dall'Altra Parte del Fiume", altra ballata suggestiva che segna con un brivido lungo la schiena il punto più alto di questo percorso emotivo.
Un disco da (ri)scoprire, la prima vera incursione nel jazz di una vocalist talentuosa e purtroppo ultimamente conosciuta più che altro per aver reinterpretato brani di autori del passato. Da avere se vi piacciono le sonorità jazz nella musica leggera.
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